Demi Sec Grand Cru Millesime 1996 – Andre’ Beaufort

Conosciuti dagli champagnisti e non solo, gli champagne Andrè Beaufort, sono sempre capaci di far parlare di se nel bene e nel male. Premetto che non ho avuto la fortuna di recarmi in Champagne, per cui quello che vi andrò a raccontare in questo articolo, a parte la degustazione che ho fatto personalmente, è frutto delle esperienze di chi lo ha conosciuto in quel di Ambonnay. L’attività di André e Jacques Beaufort va citata non solo per la straordinarietà delle loro bottiglie. Ormai da anni l’azienda non utilizza più diserbanti e procede a una sarchiatura superficiale per limitare la diffusione delle erbacce senza intaccare le radici della vite. I concimi chimici sono sostituiti da un compost vegetale. Ripartito su tutta la superficie del suolo, trattiene la quantità di humus necessario alla vite e costituisce una sorta di schermo che mantiene più a lungo l’umidità in caso di siccità. Un modo esemplare di imporsi sul mercato, puntando non solo al fatturato ma orientandosi anche al rispetto della natura e alla salvaguardia della salute dei consumatori.

Vi dicevo che fanno parlare di se nel bene e nel male… questo perchè le bottiglie di Beaufort hanno il pregio e il difetto di essere uniche, cioè ciascuna bottiglia, seppur della stessa cuvèe, è capace di esprimersi in modo differente, e purtroppo ci può scappare anche quella inbevibile (non è il massimo dover buttare 100/150 euro di prezioso nettare…). Per fortuna a me è andata bene e la degustazione che vi vado a raccontare è quella relativa al Demi Sec Grand Cru Millesime 1996, ottenuto con 80% di pinot nero e 20% di chardonnay, con uve del grand cru di Ambonnay nella parte sud della Montagna di Reims, terroir che dona champagne potenti.

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“Giallo dorato brillante, ancora vivo ad anticipare una freschezza al gusto che sosterrà la beva e contrasterà le parti morbide. Naso non eccessivo per potenza ma dotato di grande complessità a partire da una mineralità scura, terrosa, note di panificazione, poi la frutta matura con riconoscimenti di mela cotogna, albicocca, seguono note floreali dolci di acacia e camomilla e sfumature di miele. Al sorso una discreta morbidezza contrastata da una ancora viva acidità e un finale decisamente sapido. Lunga la persistenza, più intenso che al naso e di buona qualità nel complesso.

Nonostante gli anni in bottiglia si presenta ancora pronto e ancora in grado di arricchirsi.

 

 

3 tappi

 

 

 

Alla prossima!!!

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