Cirò Riserva DUCA SANFELICE – Librandi

Conoscevo Librandi per la radicata presenza nella grande distribuzione ma, trovandomi in vacanza in Calabria, ho potuto reperirne vini che non avevo avuto occasione di conoscere. L’azienda, fondata nel 1950, produce qualcosa come 2.200.000 di bottiglie all’anno. Ha da anni intrapreso una politica di riscoperta e di valorizzazione delle varietà autoctone, incrementato la densità d’impianto, e grazie ad un’attenta attività in vigna, poi in cantina, sforna vini di qualità, capaci di esprime il massimo del potenziale del vitigno e del territorio. La sede è in Cirò Marina, l’antica Krimiso, ridente cittadina della costa Ionica calabrese, area naturalmente vocata per la cultura della vite, per la bontà del terreno, per la posizione geografica, in vicinanza dal mare, e con le montagne della Sila alle spalle, che assicurano un’ottima escursione termica tra il giorno e la notte. Dicevamo vitigni autoctoni tra cui il Magliocco, il Mantonico e soprattutto il Gaglioppo, dalle cui uve è ricavato il vino di cui vi voglio parlare. Si tratta del Cirò Rosso Classico Duca Sanfelice Riserva dell’annata 2011. Vino che riposa 36 mesi in acciai, senza nemmeno una breve sosta in contenitori in legno, allo scopo di esprimere i caratteri varietali propri del Gaglioppo.

Librandi - etichettaNel bicchiere si mostra di un rosso mediamente carico e primi segnali di evoluzione sull’unghia. Ruotando il bicchiere si nota una struttura importante, e gli archetti lenti anticipano una buona alcolicità. Il naso ha una bella spinta, media la complessità. I profumi, fatti di frutti rossi, lampone, visciola, fusi con sentori floreali di viole e geranio, una leggera speziatura dolce, e una nota animale (pelliccia), tuttavia non costituiscono un bouquet indimenticabile, comunque tipico e di sufficiente piacevolezza. In bocca si percepisce prima un alcool importante, seguito dal tannino ancora rampante. Manca a mio avviso un’adeguata spalla acida, che ravvivi il sorso, e l’insieme che si avverte è un pochino scomposto. E’ intenso ma per la spinta dell’alcool e la persistenza è modesta, con un finale di bocca amaricante.

Il vino è pronto da bere, ma potrà migliorare solo l’equilibrio, smussando con un paio d’anni questa ruvidità. Oggi i punti di forza sono nel colore, nell’intensità olfattiva e nel corpo.

Punteggio 83/100

http://www.librandi.it/

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