E’ incredibile passare in pochi istanti dalla superstrada, da uno scenario apparentemente banale, a queste bellissime colline vitate. Lungo la salita che conduce a Castello di Monsanto sono visibili i nuovi vigneti acquistati da poco e dopo alcune curve arriviamo davanti al grande cancello della tenuta. Purtroppo siamo costretti a rinunciare alla visita dei vigneti a causa della forte pioggia. Ad accoglierci è la simpatica e preparata Valentina che, visto il tempo inclemente ci conduce direttamente all’ingresso della cantina, dove sono posti i locali di fermentazione, maturazione e imbottigliamento. All’entrata è stato ricavata nel pavimento una sorta di “finestra” sul terreno ricco di fossili marini.
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Poco oltre l’entrata grandi spazi dedicati alle grandi botti. Anche in questo caso la scelta produttiva privilegia l’impiego di legni grandi, soprattutto per le riserve.Pochi passi e ci ritroviamo nella galleria che ospita le barriques. Si tratta di una lunghissima – e freschissima – condotta, scavata interamente a mano molti anni fa e che, grazie anche ad un’illuminazione particolare, evoca una particolare suggestione.
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La temperatura e l’umidità sono naturalmente ideali per l’elevazione dei vini. Essa è ricavata diversi metri sotto il livello del suolo e conduce sotto la villa padronale, dove sono posti svariati ambienti che accolgono la collezione privata della famiglia Bianchi. Prima di arrivarvi è stata ricavata un ‘area che ospita le bottiglie dedicate ai nipoti. Si tratta di incavi ricavati nella roccia, protetti da un’inferriata riportante anno di nascita e nome, dai quali le bottiglie non potranno essere prelevate fino al 25° anno di età.
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Poco più avanti entriamo nelle cantine. All’interno riposano migliaia di bottiglie di diverse annate, conservate accatastate e riconoscibili grazie alle indicazioni riportate su una lavagnetta. La polvere che le ricopre è proporzionale all’età del vino e il valore affettivo ed economico di questa collezione è evidente.
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E’ percettibile la storia dell’azienda. Usciti dalle cantine attraverso la meravigliosa limonaia, facciamo un breve passaggio all’esterno e veniamo condotti nell’area ove sono posti gli uffici, in una piccola ma accogliente stanza predisposta per la degustazione. Tre i campioni che ci vengono proposti.
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Il primo è lo Chardonnay dell’annata 2012, vino che sosta alcuni mesi in barrique, elegante, potente e di pregevole fattura. Successivamente è il turno del Chianti Classico 2012 e la Riserva 2011. In entrambi abbiamo riscontrato abilità tecniche e massima espressione varietale e territoriale. Quello che contraddistingue i vini, a mio parere, è l’estrema pulizia a livello olfattivo e gustativo, la grande forza abbinata ad un’estrema piacevolezza di beva.
Purtroppo arriva il momento di ripartire ma una cosa è certa e l’ho capita in questa giornata. Vale sempre la pena muoversi per visitare una cantina infatti, in qualsiasi stagione e condizione climatica, è sempre uno spettacolo unico!
Queste alcune immagini della visita:
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Monsanto
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Monsanto
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Alla prossima !!!